Una grande Italia

 

Finalmente anche i tifosi della Pallamano possono gioire della loro nazionale.

Dopo vent’anni di sofferenze, anche l’Italia pallamanistica può esultare in una competizione mondiale. Fino a ieri dovevamo aspettare la Nazionale di calcio, o quella di Pallavolo per poter gioire sotto l’ombra della nostra bandiera.

Da oggi usciamo, dal cono d’ombra e possiamo finalmente risplendere di luce nostra.

Il primo risultato storico è stato quello di avere passato le qualificazioni che ci hanno consentito l’accesso ai mondiali dopo ben 25 anni di attesa e di sforzi tanto volonterosi quanto vani.

 Dopo un lungo percorso di crescita tecnica, che comporta sempre grandi sacrifici, siamo finalmente tornati sul palcoscenico mondiale insieme alle squadre più forti che fino a ieri ritenevamo impossibile poter affrontare alla pari.

Dapprima Tunisia e Algeria, squadre che pallamanisticamente parlando ci avevano sempre “pettinati”, hanno dovuto arrendersi alla voglia emergente di una nazionale italiana di carattere e di talento, e già questo sarebbe sufficiente a giustificare l’entusiasmo di una risorta nazionale azzurra.

La terza partita ci ha visto affrontare una Danimarca, padrona di casa, candidata ufficialmente alla vittoria finale del mondiale insieme alla Norvegia; li abbiamo affrontati comunque con il sorriso sulle labbra consapevoli che comunque avevamo già raggiunto il pass per il passaggio al Main Round, abbiamo perso ma giocando comunque a testa alta la nostra pallamano.

Tecnicamente parlando lo step più significativo è stato quello della prima partita del Main Round, contro la nazionale Cecoslovacca che ha sancito il fatto che la crescita tecnica azzurra non è un fuoco di paglia , ma è destinato a durare nel tempo, e vista l’età media dei ragazzi in azzurro è destinata addirittura a crescere.

Qualunque potrà essere il risultato delle prossime partite del Main Round è ormai una certezza acclarata, non siamo più la Cenerentola sportiva di nessuno e possiamo frequentare l’Olimpo sportivo a pari dignità. Adesso bisognerà affrontare un altro percorso altrettanto difficile, se non di più, di quello tecnico. Convincere i media a prendere coscienza di questo avvenuto cambio di paradigma e sperare che possano finalmente restituirci un po' di luce e celebrità, affinchè si possa compiere il definitivo step di crescita, quello della consapevolezza e della promozione social.

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