editoriale

Care famiglie, cari ragazzi e ragazze, anche quest’anno siamo arrivati alla vigilia di Natale. Siamo arrivati col fiatone, come si suol dire, stanchi e affaticati dalla gestione di una stagione sportiva impegnativa in cui tutti abbiamo speso energie e impegno. Ora abbiamo l’occasione di fermarci un attimo per ricaricare le batterie e per pensare a qualcosa di diverso rispetto ai consueti appuntamenti agonistici. Imbandiamo le nostre tavole nel modo più lieto possibile, tiriamo fuori la cristalleria e la tovaglia migliore, accendiamo tutte le lampade e le candele e prepariamo l’albero di Natale e il Presepe. Abbiamo tutti bisogno di un po' di normalità, abbiamo bisogno di credere e di sperare in un mondo migliore in cui i sentimenti possano trovare il proprio spazio di silenzio e riflessione. Il pensiero può essere un  soffio di libertà che non costa niente e può volare oltre il recinto e gli steccati delle paure .

Il pensiero è un soffio, leggero come il sogno e trasparente come il vento delle serenissime e gelide notti invernali. Ogni notte provo ad immaginarmi i confini  di quei mondi così lontani da noi , ma non così tanto come potrebbe sembrare  e seguo la stella che mi indica  quegli sconfinati silenzi di terre straniere e città sconosciute,  vedo tutto il buio e la tristezza sotto di me, la cattiveria e l’egoismo e la paura che cercano di nascondersi alla luce livida della luna. Ma io sto affannosamente cercando luce e serenità, amore e normalità. I telegiornali insistono nel farmi vedere brandelli di rovine, scheletri di case, muri crollati che nascondono sotto le loro macerie i ricordi di tante esistenze che avrebbero potuto essere come le nostre, mi fanno vedere anche tanti disgraziati che annegano ogni giorno nel mare delle cattiverie e che vengono riesumati solo per dare fiato alle trombe di politiche ciniche e crudeli e il gelo nelle mie vecchie ossa si fa sempre più pungente; ma almeno la notte di Natale che il mio pensiero possa trovare un oasi di tiepida e luminosa tranquillità in cui sostare.

Vorrei tanta luce, vorrei vedere volti felici e sorridenti, vorrei vedere ancora una volta il volto dell’antica bontà sperando che il genere umano si converta ad essa.

E’ un’utopia?

 Può essere, ma intanto, proprio ieri sera, al PalaMolza, in occasione della cena sociale della Scuola Pallamano Modena si è creata una magica bolla  in cui sono cessati gli sterili antagonismi generazionali, bambini, ragazzi, adulti, ragazze , mamme ,nonni ed anziani sembravano splendere di luce propria e c’era tanta luce, tanta serenità, tanta consapevolezza nella condivisione di un momento in cui più di 200 persone si trovavano accomunate nella serenità di una vigilia…e allora è sparito il buio del NoviPark, si sono dissolte le paure ed è rimasta solo la gioia di un momento perfetto. E allora, in conclusione appendiamo questa bolla di serenità al nostro albero di Natale, ma non lasciamola li come sterile decorazione, facciamola risplendere e liberiamo  quei sentimenti positivi lì racchiusi in mdo che possano illuminare la vita di ciascuno.

Coraggio, c’è ancora speranza!

 

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