L'altra metà del cielo
Nel presente c’è sempre una prevaricante quantità di passato; anche se si sono tagliati i ponti per non fare i conti con un passato più o meno ingombrante, non c’è nulla da fare, il passato ti si incolla sempre addosso e ti segue passo dopo passo, ti definisce per quello che sei, ti ispira per quello che potrai essere in un futuro più o meno prossimo.
Il nostro presente, sostanzialmente, è intrecciato con il nostro passato.
La nostra vita è formata da un filo che si dipana da lontano nel tempo e segna un percorso rintracciabile fatto di scelte che ti hanno definito per quello che sei. Non possiamo rinnegare quello che siamo diventati, ma possiamo solo cercare di perseguire il futuro che ci accingiamo ad affrontare, possiamo sognare un orizzonte aperto verso le nostre aspettative.
Nel futuro tutto è possibile a condizione che si sia preservata la capacità di immaginarlo e di sognarlo.
Noi narcisisti della pallamano, innamorati della nostra immagine forte di guerrieri senza macchia e paura, per anni, come Ettore ed Achille a farci la guerra per un briciolo di gloria in più … poi improvvisamente la nemesi che ci mette di fronte allo specchio e rivela impietosamente la nostra anima fragile.
E così col tempo cambia tutto e cambiamo anche noi.
Un mondo maschilista trova l’altra metà di sé stesso e si accorge che insieme è meglio e che la fragilità e il coraggio non hanno sesso, ma solo interpreti.
C’era, allora, il bisogno di dare maggiore spazio e visibilità a un settore giovanile compresso dall’ansia di risultati e di prestazioni e che era costretto a fagocitare i propri valori e i propri talenti che non trovavano spazio in un ambito eccessivamente selettivo e improntato alla filosofia del vincere a tutti costi.
Nasceva così, in risposta a questa esigenza, la Scuola Pallamano Modena, con l’intento di reinterpretare in modo diverso quei valori educativi ed agonistici che fanno parte del corredo genomico dell’universo sportivo.
A distanza di qualche anno dalla ripartenza societaria, quasi in ossequio a tale cambio di paradigma, si presentò la possibilità di avviare un percorso al femminile e la risposta non poteva essere che univoca ed entusiastica e dopo due anni di naftalina a causa di pandemie varie finalmente abbiamo avuto la gioia di vedere scendere in campo in maglia gialloblu le nostre ragazzine a testimonianza che lo sport è un veicolo importante di valori e principi e la strada che porta alla inclusione e alla non discriminazione attraversa la testimonianza di questi valori.
Le abbiamo viste perdere il più delle volte e poi finalmente vincere senza trionfalismi e senza drammi e sempre pronte a rientrare in campo per un allenamento o per una partita sempre con la stessa grazia e con la stessa forza che ci ricorda sempre che loro sono l’altra metà del nostro cielo.