Storia della Pallamano a Modena

lle società sportive, Scuola Pallamano ModenaChiaravalle e Chieti sono state indicate selezionate  per un percorso sperimentale nell'ambito del progetto " Centri Federali Pilota. I tre club saranno inoltre insigniti di una targa in occasione di uno degli eventi federali in programma entro fine anno ne «La Casa della Pallamano».

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C’era una volta un gruppo di amici che, un po’ per scherzo, un po’ sul serio si misero in testa di provare a giocare a un gioco nuovo, un po’ diverso, un po’ strano, ma tanto divertente, la Pallamano.

Questo gruppo di amiconi aveva un comune denominatore, erano quasi  tutti  insegnanti di Educazione Fisica e, comunque, tutti avevano una  passionaccia autentica per lo sport.

Ci fù chi abbandonò il calcio, chi l’atletica, chi la Pallanuoto, chi la Canoa, chi il tennis…e così via per quasi tutto l’arco delle discipline sportive.

Era il 1969, così nasceva la prima squadra di Pallamano a Modena; alcuni di noi ebbero l’onore di fare parte di quella prima mitica dozzina di pionieri sportivi, altri ancora ereditarono il testimone di una straordinaria avventura che assomiglia a una fiaba  che dura da oltre 40 anni.

 

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C'era una Volta, più di quaranta anni fa, un gruppo di amici che, un pò per scherzo, un pò sul serio, si misero in testa di provare a giocare ad un gioco diverso, un pò strano, un pò nuovo, ma tanto divertente, la Pallamano...comincia così la favola della Pallamano a Modena!

Era il 1970.

Nella foto del 1972, scattata sul Padiglione del pattinaggio del PalaMolza,  si riconoscono (in piedi da sinistra) Malavasi Federico, Aicardi Riccardo, Zanfi Angelo, Monfredini Roberto, Palmieri DinoPaolo, Bassoli Andrea, Cavani Ivan.-Accosciati da sinistra- Fato, Sgarbi Claudio, Sighinolfi Lucio, DeSero Maurizio, Cavani Carlo.

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Era il mese di Aprile del 1970, una tazzina di caffè costava 70 Lire e veniva approvata la legge sul divorzio.

In quel tempo giocavamo in una specie di anfiteatro incastonato fra la Via Giardini e la chiesa di San Fautino, una autentica fossa dei leoni racchiusa fra mura antiche bucherellate non solo dalle intemperie del tempo , ma anche da granate e proiettili probabilmente a testimonianza di vecchi regolamenti di conti del dopoguerra.

Avevo 18/19 anni e il destino si stava probabilmente burlando di me; io allora giocavo a calcio e non sapevo neanche cosa fosse la Pallamano... mi ci aveva tirato dentro il mio ex professore di Educazione Fisica che mi aveva fatto fare ben due allenamenti dopodichè mi aveva convocato come portiere di riserva per quel pomeriggio di un giorno da cani in cui il Modena avrebbe dovuto affrontare il Bologna in quello che era il primo campionato nazionale di Pallamano. 

 

 

 

 

 

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Dalla "fossa dei leoni" di San Faustino eravamo passati a giocare al Palazzetto dello Sport, ma non avendo ancora i requisiti e il pedigree di una autentica squadra sportiva,  eravamo costretti ad allenarci e a giocare all'aperto, nel piazzale antistante il Palazzetto che allora era rigorosamente riservato alla Panini e alla Real Fini, il ghota pallavolistico modenese!

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Più di 40 anni fa...campionato 1971/1972.

Di  quella stagione ricordo in particolare una partita, la trasferta contro la squadra del CUS Verona che si trovava capolista imbattuta e che avrebbe poi finito per aggiuducarsi lo scudetto tricolore: era il Verone Campione d'Italia dei Bianchi, Ferraro, Rosa, Castellarin.

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Iniziava la stagione 1972/73

La prima partita del campionato ci vedeva in trasferta a Teramo, squadra neo-promossa dalla serie B, con alcuni talenti in evidenza destinati a divenire delle pietre miliari di riferimento nella Pallamano italiana come Gigi Da Rui.

In quegli anni si giocava all’aperto nella piazza centrale Teramana, in quella che sarebbe successivamente diventata la piazza di incontro di centinaia di formazioni giovanili nel torneo internazionale dell’InterAmnia, il Torneo di Pallamano probabilmente più famoso al mondo.

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